Viviamo nel mondo dell’immagine, si dice, ed è sempre più vero, ogni anno che passa.
Viviamo buona parte della nostra gioventù, il periodo nel quale siamo più aperti ad apprendere, a scuola.
Eppure…eppure il nostro immaginario, basti pensare a quello personale, senza dover scomodare interessantissime teorie sociologiche e psicanalatiche su quello collettivo, si nutre di immagini, ricordi, suoni, storie che a prima vista sembrano marginali.
Marginali per la storia con la S maiuscola, marginali anche per l’industria culturale (o, oggi, per lo show business), ma evidentemente non marginali per il nostro vissuto.
I labirinti della memoria, infatti, riportano a galla continuamente canzoni, battute di film e spettacoli, racconti dei nostri nonni e dei nostri amici, oggetti, giochi e pubblicità che sembravano essere dimenticati da tempo.
A chi non è capitato almeno una volta nella vita di pensare a quanto “spazio” si renderebbe disponibile nella nostra “testa” se si facesse “tabula rasa” di questi ricordi apparentemente superficiali, futili?
E, al contrario, quante volte non si è pensato invece a quanto il richiamare certi episodi non ci abbia divertito, commosso, fatto intuire la sintonia esistente con persone appena conosciute?
Noi di Raccontare Storie, ovviamente, consideriamo questo strano bagaglio mnemonico come un tesoro, una ricchezza, da non disperdere e, anzi, diamo un consiglio: non svuotate il cestino della memoria!